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La Discoteca CIAK come entra nel caso Orlandi

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parsifalnero
view post Posted on 22/9/2008, 13:31 by: parsifalnero




Come ci ha detto Pietro il fratello di Emanuela in questo forum; Emanuela non è mai andata al Ciak e ci ha precisato che alla sorella non piacevano le discoteche.
Sono perfettamente d'accordo con lui nel ritenere che alcune cose che vengono dette, scritte e spesso spacciate per verità assolute sono non solo dolorose per la famiglia ma intellettualemente stupide. Una cosa è fare ipotesi un'altra e creare informazioni che non sono vere e che falsificano lo svolgimento dei fatti. Molto grave è quando queste cose vengono scritte nei libri e si presume che resteranno nel tempo. Chi leggerà tra 50 anni la tragica storia di Emanuela e Mirella avrà in questo modo una serie di informazioni che non sono vere e che sono storicamente inutili. Il Ciak in sè non è comunque una notizia estremamente rilevante, come invece scrivere che la Borsa è stata restituita alla famiglia o scrivere che in Pierluigi Mancini riconosce la voce della Magliana.
E' triste verificare che alle volte i libri servono solamente per avere o per tenersi le cattedre. E un posto sicuro.
L'informazione che Emanuela Orlandi frequentava la discoteca Ciak è pubblicata dal Magistrato Lupacchini e da Parisi nel libro "12 donne 1 solo assassino" insieme ad alcuni dati che vanno approfonditi meglio questo libro dal mio punto di vista compie un'indagine molto approfondita e svela alcune cose che sono molto importanti;
1- individua un comportamento seriale- compulsivo di una stessa persona che si ripete in più omicidi. Forse non era un predatore solitario ma più esattamente un componente della banda della Magliana o qualcuno vicino a loro.
2- individua una persona definita l'uomo della Ferrari che usava la stessa tecnica usata per ingannare Emanuela- per addescare ragazze. Questo individuo è assolutamente troppo vicino a tutte le scene del crimine.
Cosa dice della discoteca Ciak il Magistrato Lupacchini che si è occupato a lungo dei processi sulla Banda della Magliana.
A pag 72 del suo libro parla dell'omicidio di Bruna Vattese uccisa il 19 Febbraio 1983. Era una donna sposata madre di 4 figli. Fù strangolata con il suo foulard dopo averle infilato in bocca un pezzo di plastica di imballaggio. Dopo averle rotto il setto nasale con una mazza per stordirla prima di strozzarla. La donna fù uccisa in un posto e poi abbandonata in un campo di sterpaglia alla periferia di Roma a Tor Carbone sull'Appia Antica.
Il cadavere aveva i pantaloni e le mutandine abbassati fino alle ginocchia. Aveva ancora uno stivale ma l'altro mancava. (cosa che si è ripetuta altre 3 o 4 volte)
Questo modus operandi si è ripetuto più o meno invariato e alle volte più violento per gli altri 12 omicidi. Forse era una prostituta forse non lo era in ogni caso se lo era - lo era da poco. Non furono mai trovate prove che fosse una prostituta. E si era separata dal marito solo 9 mesi prima.
Da un pò di tempo Rosa si vestiva con abiti alla moda e molto costosi che sembravano da sfilata. Gli investigatori parlarono al tempo di maniaco sessuale preso da raptus.
Probabilmente aveva conosciuto nel quartiere del Celio un uomo che le aveva regalato quei vestiti molto eleganti. E' possibile che quella notte la fece salire in auto e la portò sull'appia dove aveva un'appartamento o un magazzino e l'ammazzò e dopo trascinò il corpo in un prato nei pressi.
Questo delitto simile ad un'altro ha in comune il rione dove le vittime erano presenti e dove l'uomo della ferrari aveva la sede amministrativa della sua ditta, il luogo dove furono ritrovati i cadaveri era vicino ai suoi magazzini.
Inoltre via Merulana porta alla scuola di Mirella Gregori che scompare 2 mesi dopo.
Questa area è vicina alla casa di raffaella l'amica di Emanuela Orlani e secondo Lupacchini è possibile che Emanuela ci sia andata qualche volta, la stessa casa è a 2 passi dalla scuola di Mirella Gregori - 4 donne scompaiono o vengono trovate morte e hanno frequentato la stessa zona.
Dopo avere descritto rapidamente il delitto della Vattese vediamo perchè Lupacchini parla del Ciak;
Una delle figlie della Vattese che quando la madre morì aveva 7 anni dice di ricordarsi molto bene della madre. E dice che 2 giorni prima di essere uccisa la donna và a trovarla in collegio con un uomo elegante e distinto di circa 30 anni. Non molto alto e con un neo sul viso. Racconta che dopo la morte ha parlato col fratello più grande (16anni) e questi gli racconta che un giorno aprendo un mobile aveva trovato una valiggetta con dentro una pistola e dei sacchetti pieni di droga. La settimana dopo la madre fù uccisa. Qualcuno entrato in casa aveva messo tutto sotto sopra e portato via la valiggetta. I figli pensano che la madre fù uccisa per quella valiggetta.
A questo punto è il figlio della Vattese che sentendo che stanno lavorando anche sul caso Orlandi dice che lui la conosceva di vista. E scrive che il fidanzato di Emanuela (anche se Emanuela non era fidanzata) era amico di un suo caro amico. E che tutti andavano il sabato pomeriggio a ballare al Ciak una discoteca nel quartiere trieste. Questo secondo lui succedeva prima che i genitori si separassero. Quindi 10 mesi prima del febbraio 1983.
Afferma che il presunto fidanzato di Emanuela (anche se noi sappiamo che non aveva nessun fidanzato)
metteva i dischi in questa discoteca e che li faceva entrare gratis. Inoltre dice che il ragazzo passò guai al momento della scomparsa di Emanuela.
Dice che questo glielo ha raccontato il suo amico Roberto Abbatino fratello di Maurizio Abbatino che abitavano al piano di sopra. Roberto frequentava la loro casa e forse Cripino conosceva la madre.
Questi 2 ragazzi dicono che l'uoomo sui 30 anni elegante e che frequentava la madre avesse una BMW Touring e riconoscono l'auto nelle foto che gli vengono mostrate. Dicono che aveva gli interni crema.
Se è vero (scrive) I figli della Vattese andarono qualche volta a ballare al Ciak con Roberto ed entrambi conoscevano il presunto ragazzo di Emanuela (questo è quello che dicono) affermando di averla vista nel locale. Questo sarebbe se fosse vero un punto di contatto visivo tra Emanuela e i vertici della Banda della Magliana. Robero Abbatino era un rappresentante di oggetti sacri e nel 1983 aveva 26 anni. Il periodo in cui secondo loro vide Emanuela fù quello tra inverno 1982 e primavera 1983 - 6 mesi prima del rapimento.
Bruna Vattese usava prodotti AVON.

In allegato di seguito quello che scrive Max parisi
Caso Emanuela Orlandi. Io l'avevo detto
di Max.Parisi

Quando "Chi l'ha visto" la cercò

Nel 2006 - poco prima dell'uscita in libreria di Dodici donne un solo assassino di cui sono autore assieme al giudice Otello Lupacchini - per un breve periodo lavorai a Chi l'ha visto.

Va da sè che i temi trattati dal nostro libro-inchiesta li proposi all'autore della trasmissione a partire dal caso Orlandi, perchè a mio giudizo ce n'era motivo. Eccome. Infatti, pubblicavo l'intero racconto-intervista a Giulio Gangi, ex agente del Sisde, in relazione alla Bmw dell'adescamento di Emanuela Orlandi e quindi delle indagini di Gangi fino all'officina dove un'auto identica (e rara per modello, colore e fabbricazione, infatti era fuori produzione da anni, nel 1983) era stata portata da una donna per una strana riparazione: sostituzione del vetro della portiera anteriore destra, rotto da dentro verso fuori - disse il meccanico a Gangi - in maniera a dire poco sospetta.

Raccontavo anche quando - nel 1997 - avevo fatto vedere a Giulio Gangi una foto bianco e nero di Sabrina Minardi chiedendogli se la riconosceva per essere stata la donna che andò a trovare al Residence Mallia di Roma indirizzato lì dal meccanico che aveva tenuto un foglietto col telefono con cui aveva rintracciato la "proprietaria" di quella Bmw per riconsegnarla aggiustata, e quindi la risposta di Gangi che fu: "Guarda, l'ho vista per 10 minuti 14 anni fa, non escludo che sia lei, se non è lei è una che le somiglia davvero molto". D'altra parte, la foto del 1997 che avevo con me le era stata scattata poco prima. Ma non basta.

All'autore di Chi l'ha visto feci presente che avevo rintracciato una donna, figlia di una signora uccisa il 19 febbraio 1983 a Roma e il cui caso è irrisolto, la quale affermava che suo fratello "qualcosa sapeva della Orlandi". Anche il fratello avevo incontrato e m'aveva detto: "Io quella Bmw di quel modello la conosco. Ci sono anche salito. Aveva gli interni di pelle chiara, tipo nocciola". E aveva aggiunto: "Noi, come famiglia, quando eravamo ragazzini e mamma era viva, abitavamo l'appartamento sopra quello degli Abbatino, ad Acilia. Sì, Maurizio e suo fratello erano amici di casa. Specie suo fratello, che nel 1983 era giovane e andavamo il sabato pomeriggio, che eravamo tutti ragazzini, a divertirci al Ciak, un locale dalle parti di via San Saba. E in quel locale io ho visto alcune volte venirci il sabato quando c'eravamo io, mio fratello e il fratello di Maurizio Abbatino, anche l'Emanuela. L'Emanuela Orlandi".

Ecco, queste furono le sue affermazioni che avevo riportato nel libro e raccontato a Chi l'ha visto. Certo la prima questione, della Bmw e della Minardi, era importante, ma anche la seconda non mi sembra fosse da meno, perchè proverebbe la vicinanza fisica se non la conoscenza personale, tra Emanuela Orlandi e il fratello di uno die boss - in quel periodo - più potenti e spietati della banda della Magliana. Tra l'altro fra i due fratelli Abbatino c'era un legame fortissimo. Ebbene, nessuno di questi due spunti venne seguito. Anzi, io fui allontanato dal programma dall'autore che mi manifestò l'insofferenza se non il "sospetto" che io avessi "portato" questi temi nuovi nonchè inediti per chissà quale scopo recondito. Tanto è vero che poco dopo il mio allontanamento, uscì il libro Dodici donne un solo assassino e la settimana a seguire l'intervista di Chi l'ha visto alla Minardi che smentì categoricamente ogni suo coinvolgimento con la vicenda Orlandi. Come a dire che - appunto - le mie (e del... terribile agente segreto Gangi del Sisde) erano evidenti... depistaggi.

Quel che mi resta, però, è la soddisfazione professionale d'essere stato il primo - nell'indifferenza generale - ad avere scritto nel 1997 della banda della Magliana in relazione al sequestro di Emanuela Orlandi. Il primo, anche, ad aver dato la notizia della sepoltura di De Pedis in San Apollinare. Il Messaggero ne scriverà quasi un mese dopo.

Ora, che finalmente s'è rotto il muro del silenzio, leggendo i giornali sorrido. Vuoi vedere che la verità di cui scrissi undici anni fa viene a galla?

Max Parisi

In ogni caso è estremamente facile verificare questa pista
se ci fosse la volontà di ascoltare i figli della Vattese - Max Parisi e Lupacchini
 
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11 replies since 22/9/2008, 13:31   2375 views
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