| A SERVODIDIO.... Carissimo, prendo atto della sua risposta, anche se non ho ben capito se ciò che riteniamo di conoscere sul caso Orlandi , è consentito riferirlo su questo Forum, oppure dobbiamo limitarci a ricostruire la vicenda, vista da diverse angolature o arricchita da riflessioni che possano interessare gli addetti ai lavori. In attesa dunque di avere le idee più chiare su ciò di cui si può parlare o no sul Forum, vorrei raccontare di uno dei tanti colloqui intercorsi tra me e mio zio il Cardinale Sergio Guerri , purtroppo ormai deceduto, ma che ripeto fu un personaggio molto addentro ad alcune vicende vaticane (Sindona fu il suo consulente quando la Santa Sede decise di alienare gran parte del patrimonio immobiliare, e sempre al Cardinale Guerri, fu poi proibito negli anni 1980 e 1981, durante i processi a carico di Sindona di testimoniare a favore di questi. Il divieto gli fu posto dal Cardinale Casaroli). A parte questa parentesi, non del tutto inutile, in quanto ritengo che camminare verso la verità del "Caso Orlandi" significhi collocare il suo "rapimento" nel contesto storico-politico-finanziario che dentro e fuori il Vaticano si viveva, fu proprio durante una mia visita a mio zio che abitava in Vaticano, che parlando di questo strano "rapimento" e chiedendogli se il Papa ne sapesse quancosa di più riservato, il Cardinale mi rispose: " Vedi come è brutta la distrazione, figlietta mia.... Il Santo Padre mandò per chi sapesse bene intendere un messaggio in codice quando fece il suo primo appello ai cosiddetti "rapitori" della ragazza.... " Io incalzai e chiesi: "Che vuol dire "cosiddetti "rapitori"?" E lui: "lo vedi cosa significa essere intelligenti come sei tu? Se devo dirti la verità è che li chiamiamo "rapitori" ma potremmo considerarli una specie di "custodi". Ma tu, ce l'hai il testo del primo appello del Papa, quello del 3 luglio, all'Angelus?" Io qualcosa ricordavo, ma in verità non avevo fatto caso a quanto mio zio mi spiegò, dopo aver cercato per circa dieci minuti, tra un mucchio di carte, il testo di quell'appello. E sempre col suo tono un pò "paesano", lui era nativo del viterbese, mi disse di prendere dalla mia borsa un pezzo di carta e di scrivermelo. Così feci, e per chi non ne abbia copia, lo riporto qui di seguito:" Desidero esprimere la viva partecipazione con cui sono vicino alla famiglia Orlandi, la quale è nell'afflizione per la figlia Emanuela, di 15 anni, che da mercoledì 22 giugno non ha fatto ritorno a casa, non perdendo la speranza nel senso di umanità di chi abbia responsabilità in questo caso. Elevo al Signore la mia preghiera perchè Emanuela possa presto ritornare incolume ad abbracciare i suoi cari che l'attendono con strazio indicibile. Per tale finalità invito anche voi a pregare" Lessi in silenzio due o tre volte quell'appello, finchè mio zio, spazientito non esordì: " E figlia mia, t'ho detto poco fa che sei intelligente, e ancora non ti sei accorta della chiave di questo messaggio? Non lo vedi che il Papa richiama il senso di umanità da parte di coloro che hanno responsabilità, capito? Responsabilità, dice, non dice colpa, dice responsabilità. E da qui è facile dedurre che la ragazza è stata data in "custodia" e quindi il Papa si rivolge a chi si è preso la responsabilità di tenerla bene e mantenerla incolume, anche nel senso della salute fisica, del farla mangiare bene, mica solo in ciò che subito andate a pensare voi..." . Io avevo una certa soggezione di mio zio, figuriamoci dopo una spiegazione del genere che mi fece rimanere di sasso. Comunque mi feci forza e gli chiesi se sulla base di quel messaggio, il Papa sapeva a chi si rivolgeva. La risposta fu quasi un ceffone:" Ma allora non vuoi proprio capire? Bè ora non posso e non voglio dirti di più, torna a trovarmi e ne riparleremo, ma ricordati sempre una cosa, che se questa ragazzina ha la vita salva lo deve alla Santa Sede, e il Signore ci ha messo le mani, perchè se non fossimo arrivati prima noi, bastava un quarto d'ora dopo ed era già nelle mani di chi non sappiamo cosa ne avrebbero fatto." Mi accompagnò alla porta ed uscii dalla sua casa con la voglia di correre dai genitori e dire tutto... Poi temetti di non essere creduta, anche perchè mio zio, nel salutarmi mi disse con estrema severità: "Guarda t'avverto, in questa storia non mi mettere in mezzo, perchè di noie e di intrighi vaticani ne ho abbastanza, dunque che la mano destra non sappia quello che fa la mano sinistra". Quando successivamente entrai a Paliano come Assistente Volontaria, e raccontai questo episodio, un giorno che mentre pranzavo con i detenuti il TG non ricordo a quale proposito, mandò in onda una immagine di repertorio del manifesto di Emanuela, qualcuno che era lì detenuto, ed era stato un personaggio di rilievo nella Banda della Magliana, disse: "Fiinalmente un Cardinale che ha detto la verità, e se te lo dico io mi puoi credere. E non pensare che nessuno ci contatti dall'altra parte del Tevere, qualcuno contatta anche un noto Brigatista che prese parte al sequestro Moro.... E comunque tuo zio ha ragione, se la ragazzina è viva, la famiglia deve ringraziare il Vaticano..." Ecco, quanto vi ho raccontato, seppure può essere ininfluente, è uno dei tanti episodi che ho vissuto in prima persona relativamente al caso Orlandi. E tanto altro potrei riferire, ma come ripeto, penso che a questo punto debba aspettare una mossa da parte dei diretti interessati o di chi per loro. In fede Gabriella Carlizzi
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