| A PARSIFAL.... Carissimo Parsifal, ho letto la sua risposta, ma non le nasciondo che faccio fatica a comprendere le sue precisazioni, anche perchè nelle mie precedenti repliche, mi sono limitata a riportare citando autorevoli fonti, quanto da queste , in veste di rappresentanti dello Stato , oltre che per quanto relativo al Prefetto Parisi, dai responsabili dell'AIG, fu dichiarato e scritto e a tutt'oggi costituiscono documenti ufficiali mai peraltro smentiti. Se lei rilegge le mie repliche, constaterà ad esempio che per quanto relativo a Pacciani, io non ho assolutamente espresso il mio pensiero, bensì ho riportato, in considerazione dei suoi giusti richiami al rispetto dello Stato, quanto un rappresentante dello Stato, nella persona del Dottor Giuttari, aveva concluso e pubblicato nelle conclusioni delle indagini dallo stesso coordinate fin dal 1995 fino al recente deposito delle relazioni presso i Pubblici Ministeri dai quali aveva ricevuto delega, come Capo del Gides.
C'è forse da precisare che il processo intentato a carico dei cosiddetti "Compagni di merenda", processo conclusosi in Cassazione con la condanna di Lotti e Vanni all'ergastolo, quali responsabili degli ultimi quattro duplici delitti, qualora Pacciani fosse stato in vita, avrebbe subito la medesima condanna. Allo stesso modo, la storia giudiziaria, come risulta da una vastissima letteratura, ci ha insegnato a distinguere la "verità processuale" dalla "verità sostanziale" , che seppure sarebbe auspicabile coincidessero, purtroppo ciò non sempre si verifica. D'altra parte i processi si fanno sulle carte, come dicono gli addetti ai lavori, e pertanto le sentenze che passano ingiudicato, dunque definitive, vanno rispettate, a meno dei casi in cui, si ritiene di accogliere eventuali domande di revisione. Ora, il dotttor Giuttari, proseguendo il lavoro del suo predecessore, dottor Peruginì, contribuì a riconfermare la colpevolezza di Pacciani, trovando i suoi "compagni di merenda". Tuttavia, durante gli ulteriori sviluppi delle indagini, mirate a risalire alla presumibile esistenza di eventuali mandanti, il dottor Giuttari, rappresentante dello Stato, ha evidentemente recuperato prove documentali od altro che lo hanno fatto giungere alla conclusione di sottoscrivere responsabilmente che in questa inchiesta, l'unica certezza è che Pacciani non era il Mostro di Firenze. Ho citato anche il testo e la pagina di tale dichiarazione dell'investigatore, proprio perchè non si attribuisse a me, ciò che a meno dei Magistrati che seguono l'inchiesta, nessuno ancora conosce del mio pensiero.
Lei scrive: "Io non ho detto che Parisi non si faceva dare le liste degli ospiti degli Ostelli". Le chiedo: " Mi indica una mia frase o parola che smentisce che Parisi si faceva dare le suddette liste?"
E torniamo al "caso Orlandi". Lei esclude che la ragazza sia viva per due motivi: il primo che non esisterebbe alcuna prova che sia in vita. Il secondo motivo, che forse sarebbe meglio definire deduzione, starebbe nel fatto che se fosse viva sarebbe tornata a casa. Di contro, a sostegno che Emanuela sia , secondo il suo parere, sicuramente morta, lei fa riferimento ad una testimonianza credibile, e che riferisce che la ragazza fu uccisa da uomini di De Pedis su ordine di un personaggio dello IOR.
Ora, le persone citate dalla testimone, sono morte, e l'unica prova che Emanuela sia stata eliminata sarebbe quella di ritrovarne il cadavere, se parliamo di prove, pur senza nulla togliere alla credibilità della testimonianza resa, ma finchè non si trova il corpo di una persona che la si dice morta, non la si può considerare tale, ripeto, in termini di prove giudiziarie. Poi, ci si può intimamente convincere che la poveretta sia stata realmente uccisa, ma le convinzioni personali, non costituiscono prova.
E a parer mio, visto che sul Forum mi attengo al consiglio di Servodidio e cioè di riferire ciò che potrei sapere prima alla famiglia nel caso mi contattassero, mi limito dunque ad esprimere un parere, e cioè che il fatto che la ragazza non sia tornata a casa, non può costituire prova certa della sua morte. E questo non per una libera scelta della ragazza, bensì potrebbe essere viva ma "usata come ostaggio" da parte di ignoti e per interessi di varia natura. Perchè non considerare seriamente questa ipotesi? Se fosse tutto così chiaro come lei sostiene, perchè la famiglia di Emanuela, in particolare e con determinazione, la mamma, si dice sicura che sua figlia sia viva? Perchè non ipotizzare che questa mamma, oltre la speranza, magari disponga di qualche informazione riservata e tale da insistere come tutti l'abbiamo notata durante la trasmissione "Chi l'ha visto?", che a suo parere la figlia è viva? Ripeto, io penso di poter fornire alcuni elementi utili a far luce su questo caso, ma non ho l'ambizione a farmi avanti, dopo essermi dichiarata a disposizione, se non contattata. Da parte mia sarebbe un gesto di presunzione, specie ora che esiste una testimonianza diametralmente opposta a quanto è nelle mie convinzioni. Ciò non significa che io cessi di occuparmi del caso, ma preferisco che chi dovere tragga prima le proprie conclusioni, e magari troveranno il anche il cadavere della ragazza, e a quel punto il caso sarà chiuso. Se però tutto ciò non si verificherà, allora bisognerà prendere in considerazione, anche fatti a tutt'oggi tenuti segreti. Torno a ripetere, Emanuela può essere viva, ma impedita nel tornare a casa..... Gabriella Carlizzi
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